Il trasporto merce e le operazioni di stoccaggio richiedono l’intervento di uno strumento funzionale e rapido.
I carrelli elevatori aiutano le imprese a gestire e organizzare i magazzini, trasportando e dividendo la merce velocemente e senza troppi sforzi.
Ad oggi, esistono diverse tipologie di carrelli elevatori, ognuno con i propri punti di forza e vantaggi principali. Le aziende hanno il compito di scegliere tra un modello e l’altro, sulla base delle specifiche necessità e preferenze.
Insieme, scopriremo qual è l’effettiva differenza tra due tipologie di carrello particolarmente famose e apprezzate: il carrello elevatore frontale e il carrello elevatore retrattile.
Proveremo a capire come e quando conviene investire su uno o sull’altra versione, mostrandovi le differenze principali e i vantaggi di entrambi. Iniziamo!
Partiamo proprio dal carrello elevatore frontale, il cosiddetto “muletto”.
Il muletto tradizionale fa affidamento ad un principio fondamentale nella fisica, il principio della leva di primo grado.
Nel mondo della fisica, il principio mette in relazione due elementi fondamentali: , la “resistenza” e la “potenza”.
Le due forze lavorano insieme per permettere lo spostamento e il sollevamento degli oggetti, combinandosi e bilanciandosi a vicenda.
Le forche del muletto rappresentano i suoi bracci, gli strumenti metallici che gli permettono di prelevare e sollevare la merce (da qui l’associazione con il principio della leva).
Allo stesso tempo, il montante – l’elevatore delle forche – è lo strumento che trasmette potenza alla struttura, permettendo al carrello di sollevare e spostare il carico.
Il lavoro combinato di forche e montante, l’unione di potenza e resistenza, portano il carrello a sollevare carichi anche abbastanza pesanti.
L’altezza massima che il carrello elevatore frontale riesce a raggiungere è pari a 7,5 metri, con la presenza di qualche piccola eccezione.
Il muletto tradizionale viene utilizzato per le attività di stoccaggio in magazzino, per il trasporto e lo spostamento di carichi pesanti e il sollevamento merce su pallet.
Tuttavia, ha qualche piccola limitazione, soprattutto in relazione agli spazi troppo stretti e all’altezza di sollevamento.
Nei magazzini particolarmente affollati, dove si ha poco spazio di manovra, è meglio ripiegare sul carrello retrattile.
Passiamo ora al carrello retrattile, che viene utilizzato per il trasporto merci in vista dell’ottimizzazione degli spazi.
Rispetto al modello frontale, il capello retrattile è più compatto ed ha una capacità di manovra migliore. Si adatta perfettamente allo stoccaggio in magazzino, proprio perché in grado di muoversi liberamente anche negli spazi più stretti.
Forche e montante sono coinvolte anche in questo caso, e sono le responsabili del sollevamento e prelievo della merce interessata.
Tuttavia, una volta sollevato il carico il montante e le forche si “ritraggono” e tornano alla loro posizione di partenza (nel telaio del carrello). La scelta del nome retrattile deriva proprio da questo comportamento, che differenzia il carrello da tutti gli altri modelli presenti sul mercato.
Attraverso la ritrazione delle forche, il trasporto diventa molto più semplice.
Il guidatore ha la possibilità di muoversi con maggiore libertà, senza preoccuparsi troppo del posizionamento delle stesse forche.
Rispetto alla versione frontale, il carrello retrattile può raggiungere altezze massime pari a circa 14 metri, e trasportare carichi fino a 2500 kg.
Ora che abbiamo visto più da vicino le principali differenze tra il carrello elevatore frontale e il carrello elevatore retrattile, potete scegliere con tranquillità tra uno dei due.
Le differenze riguardano il modo in cui il carico viene trattato, la differenti libertà di movimento e capacità di sollevamento della merce.
In base al luogo di destinazione – dove avete intenzione di utilizzare il muletto – potete scegliere in completa serenità, senza dubbi.
Verso cosa punterete, un pratico carrello retrattile o un sicuro carrello elevatore frontale?